Monday, April 19, 2010

19 aprile 1943, era la vigilia di Pesach quando iniziò la rivolta degli ebrei nel ghetto di Varsavia.
Il ghetto era stato aperto il 15 novembre 1940 e vi erano stati ammassati oltre 500.000 ebrei. Molti morirono di stenti, di fame, di freddo, poi , nel 1942 cominciarono le deportazioni di massa verso il lager di sterminio di Treblinka.
In aprile del 1943 gli ebrei ancora vivi nel ghetto erano circa sessantamila, le poche armi erano state procurate dalla Resistenza. L'obiettivo degli ebrei di Varsavia era quello di uccidere più tedeschi possibile.
Resistettero per lunghi giorni fino al 16 maggio 1943; furono eroiche le imprese dei combattenti del ghetto. Sopravvissero in pochi, uno fra questi Marek Edelman.
Il comandante nazista generale Jurgen Stroop che soffocò la rivolta racconta questa azione in un rapporto consegnato a Himmler di 75 pagine corredato di fotografie che si intitola: "Il ghetto di Varsavia non esiste più" Sarà il detonatore a mettere fine a questa tremenda azione che farà esplodere l'ultima Sinagoga di Varsavia. Ecco le parole con cui Stroop annuncia questa infame azione: "Sono stati eliminati oggi 180 ebrei, banditi e subumani. Quello che era il quartiere ebraico di Varsavia non esiste più. La Grosse Aktion («grande azione») è terminata alle ore 20,15 facendo esplodere la sinagoga di Varsavia. Il numero totale di ebrei dei quali ci si è occupati assomma a 56.065, includendo coloro che sono stati catturati e coloro dei quali può essere dimostrato lo sterminio."

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