Sunday, June 07, 2009


Elie Wiesel a Buchenwald

Depongo la mia rosa bianca virtuale vicino alla rosa bianca del signor Elie Wiesel sulla tomba che non c'è di suo padre e di tutti gli innocenti che in quel Lager sono stati sterminati.
Non sapevo che ci sarebbe stato Elie Wiesel a fare da guida al presidente Obama.
Chi meglio di Elie Wiesel poteva spiegare cosa sia stato quell'Inferno. Nessuno meglio di lui che era ragazzo, che arrivò a Buchenwal da Auschwitz con quel terrificante 'mezzo di trasporto' che a posteriori, per sottolinearne la mortalità, chiamiamo "la marcia della morte". Elie che arrivato a Buchenwald ha perso il padre. Erano stati insieme per lunghissimi mesi, si erano sostenuti a vicenda e poi quel padre tanto amato lo lascerà solo a raccogliere le poche forze per sopravvivere e raccontarci.

Ho avuto il privilegio speciale di abbracciare per ben due volte il signor Elie Wiesel. Ho fatto chilometri la prima volta per arrivare a Roma e tuffarmi letteralmente fra le su braccia. Solo il tempo per due parole e un attimo fissato nell'eternità per incrociare i suoi occhi e sussurrargli insieme all'augurio Alles Gute un "Mai dimenticherò... mentre le sue mani mi regalavano un prezioso autografo....

E poi una seconda volta, a Mantova e ancora un abbraccio, ancora un Alles Gute e la speranza di un terzo incontro.

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