Lo sterminio degli ebrei
«Il sottosegretario Josef Bühler, l’uomo più potente in Polonia dopo il
governatore generale, si sgomentò all’idea che si evacuassero ebrei da occidente
verso oriente, poiché ciò avrebbe significato un aumento del numero di ebrei in
Polonia, e propose quindi che questi trasferimenti fossero rinviati e che “la
soluzione finale iniziasse dal Governatorato generale, dove non esistevano
problemi di trasporto.” I funzionari del ministero degli esteri presentarono un
memoriale, preparato con ogni cura, in cui erano espressi “i desideri e le idee”
del loro dicastero in merito alla “soluzione totale della questione ebraica in
Europa,” ma nessuno dette gran peso a quel documento. La cosa più importante,
come giustamente osservò Eichmann, era che i rappresentanti dei vari servizi
civili non si limitavano ad esprimere pareri, ma avanzavano proposte concrete.
La seduta non durò più di un’ora, un’ora e mezzo, dopo di che ci fu un brindisi
e tutti andarono a cena – “una festicciola in famiglia” per favorire i necessari
contatti personali. Per Eichmann, che non si era mai trovato in mezzo a tanti
“grandi personaggi,” fu un avvenimento memorabile; egli era di gran lunga
inferiore, sia come grado che come posizione sociale, a tutti i presenti. Aveva
spedito gli inviti e aveva preparato alcune statistiche (piene di incredibili
errori) per il discorso introduttivo di Heydrich – bisognava uccidere undici
milioni di ebrei, che non era cosa da poco – e fu lui a stilare i verbali. In
pratica funse da segretario, ed è per questo che, quando i grandi se ne furono
andati, gli fu concesso di sedere accanto al caminetto in compagnia del suo capo
Müller e di Heydrich, “e fu la prima volta che vidi Heydrich fumare e bere.” Non
parlarono di “affari”, ma si godettero “un po’ di riposo” dopo tanto lavoro,
soddisfattissimi e – soprattutto Heydrich – molto su di tono»
(Hannah ARENDT, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme,
Feltrinelli, Milano 1964, dal Capitolo settimo: La conferenza di Wannsee, ovvero
Ponzio Pilato).
Il candidato, prendendo spunto dal testo di Hannah Arendt, si soffermi
sullo sterminio degli ebrei pianificato e realizzato dai nazisti durante la
seconda guerra mondiale.
Mi sento Docente per sempre soprattutto nei giorni degli esami di maturità.
Rincorro le tracce delle prove di italiano, penso a quale avrei consigliato se
avessi potuto farlo, mi irrito se leggo passaggi nelle tracce che magari non
condivido....
Oggi ho soffermato la mia attenzione sulle parole del Ministro che augura
buon lavoro a tutti i maturandi. Soprattutto su un invito che il ministro fa:
sollecita tutti i ragazzi a mettere "passione" nell'esame che vanno
ad affrontare! Sono anch'io dell'avviso che sia l'elemento dominante in tutti
gli esami della vita, ci vuole la grinta, la giusta carica, la consapevolezza
che ci si gioca tutto. Un esame è come l'asticella nel salto in alto: deve
essere scavalcata e anche se vibra deve rimane su!!!! Guai demoralizzarsi,
perdere il controllo, l'autostima, guai cedere alla tentazione di lasciare. Chi
non ricorda quell'esame davvero di maturità? l'ansia del giorno prima e dei
giorni successivi, il panico di quello svolgimento che non prendeva un verso
buono, le ore che sembravano tante e che poi invece sono bastate appena?!
E quella sensazione di deserto, di acqua alta, di afasia ritornerà in tutti
gli esami importanti che la vita ci chiama a sostenere, ma quello di maturità
rimane il primo ed il più impegnativo!
Sono da sempre impegnata nella "ricerca storica", ovviamente mi colpisce la
traccia sullo sterminio degli ebrei e provo a immaginare cosa avrei detto io se
mi fossi trovata a sviluppare quella traccia! Credo che avrei trovato il
coraggio di contraddire la teoria di Hannah Arendt! Finalmente mi sarei levata
la soddisfazione di dire che niente è Banale nel Male, che la sua analisi del
processo ad Eichmann non mi ha mai convinta, anzi, in certi passaggi mi ha
ferita... mi sarei buttata a raccontare come scricchiola il pavimento di legno
sotto i piedi nella villa di Wannsee, come brucino gli occhi alla vista delle
piastrelle bianche a disegni azzurri nella cucina, come sia grande quel
maledetto tavolo ovale che anche se è una copia è identico all'originale tanto
da farmi paura anche solo provare a sfiorarlo... Come evochi fantasmi il
caminetto di fronte al quale si fermarono a brindare i carnefici.
E quanto sia calmo il lago su cui si affaccia la villa!
Incredibile e spaventosamente imperdonabile che lì si sia potuta decidere a
tavolino la condanna a morte di oltre 11 milioni di persone, mentre i camerieri
annunciavano che il pranzo era servito....
Un Male macroscopico che va condannato mattino e sera, che va ricordato con
lavori di gruppo, con progetti, con seminari. Forse la traccia dell'esame di
maturità non è il momento migliore per una riflessione di questa portata.
Chissà cosa direbbe di questa traccia per l'esame di Maturità il grande
Elie Wiesel che, proprio in questi giorni, scandalizzato da quanto succede nel
suo paese d'origine restituisce una medaglia per dimostrare il suo sdegno.
Secondo me lo sterminio degli ebrei d'Europa è un "male incurabile" che ci
porteremo dentro per
l'Eternità.
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