Wednesday, January 23, 2013

Saluto a Luciano Bombarda
Luciano un "Innamorato" della Memoria
 Il commiato
[22/01/2013]
Gennaio 2013 Ficarololuciano Bombarda
Luciano a Berlino nel Holocaust Mahnmal

Luciano Bombarda è stato accompagnato da una folla di amici nel suo ultimo viaggio, martedì 22 gennaio 2013, dopo una cerimonia civile tenutasi nel Palazzetto dello Sport di Ficarolo.
Una cerimonia semplice a cui molti amici hanno partecipato, ma molti altri ancora, sparsi per il mondo, non sono riusciti a salutare Luciano, pur essendo presenti con il cuore e con la mente. Hanno parlato di lui il sindaco di Ficarolo, i Sindaci di Stienta e di Costa Fabrizio Fenzi e Antonio Bombonato, legati a lui dalla condivisione delle ricerche e dell’attività de “Il Fiume”. Il fratello Antonio ha ringraziato chi si è impegnato nelle ricerche dopo la scomparsa e chi ha dato sostegno alla famiglia.
Non si è sottratta al ricordo della personalità di Luciano nemmeno Tiziana Virgili, Presidente della Provincia di Rovigo, vicina a Luciano per le molte iniziative pubbliche condivise e, per finire, il presidente dell’Archivio di Rovigo, Luigi Contegiacomo ne ha tracciato la figura di appassionato e rigoroso ricercatore, seppur senza titoli accademici e investiture ufficiali.
L’accento è stato messo su Luciano e il suo rapporto con la “Shoah”, ma è stato anche citato, forse non abbastanza, il suo contributo alla vita politica e culturale di questa parte di territorio in cui ha portato Don Andrea Gallo, Antonio Ingroia, Vittorio Agnoletto, Giancarlo Caselli, Piero Grasso, Walter Veltroni, Paolo Rumiz, Marco Travaglio, Boris Pahor e tantissimi altri scrittori, storici, giornalisti a presentare i loro lavori. Citarli tutti è difficile e l’ultima, in ordine di tempo è stata Luciana Castellina che, purtroppo, lo ha conosciuto solo attraverso le e-mail che si sono scambiati nel corso di un anno di “corteggiamento”.
Il suo scopo era risvegliare le coscienze distratte e sopite da anni di delusioni e di riflusso, a qualsiasi forma di lotta pacifica contro una società malata di qualunquismo ed egoismo.
Prestando ascolto qua e là, tra i gruppetti, è emerso che ciascuno dei presenti aveva un pezzo del suo Luciano e forse perché diviso in tante parti, tra i suoi amici, sembrava impossibile che potesse essere racchiuso in quella semplice bara coperta dalla bandiera della pace e da un drappo di Emergency.
Le note di “La vita è bella”, hanno chiuso il rito, ma forse la vita è bella per chi, come la maggior parte delle persone, non è così sensibile e si fa corazza di un po’ di egoismo ed ignoranza.
Peccato che Luciano non sia stato così.
postatodal sito dell'Associazione "Il Fiume" http://www.associazioneilfiume.it/

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