Friday, May 12, 2006

Era il 10 maggio 1933, sull'Opernplatz di Berlino, avvenne il più grande rogo di libri considerati dai nazisti contrari allo «spirito tedesco». Nelle fiamme bruciarono Thomas ed Heinrich Mann, Heine e Brecht.
Riassumo una testimonianza della scrittrice Elfriede Brüning che, allora ventiduenne, assistette al rogo della letteratura «antitedesca»
.......
" Ero andata anch'io sull'Opernplatz di Berlino, non per il gusto del sensazionale, tantomeno con l'entusiasmo dei tanti curiosi intorno a me, venuti per assistere all'orrendo spettacolo. Già da giorni la stampa aveva annunciato che oggi, 10 maggio 1933, ci sarebbe stato un grande rogo di libri. A Berlino la polizia e le SA (Sturmabteilung, la milizia del partito) avevano chiuso preventivamente l'accesso alla piazza di fronte alla Humboldt-Universität. Ma adesso la folla poté oltrepassare i cordoni, spingersi avanti fino alla catasta di legna che si ergeva in un riquadro al centro della piazza, illuminato a giorno .....
...... Una gigantesca croce uncinata decorava la tribuna su cui si susseguivano giovanotti, studenti, tutti in uniforme delle SA. Gettavano nelle fiamme pile di libri, presi da carri che ne portavano sempre di nuovi, pronunciando invettive. «Contro il decadentismo e la corruzione dei costumi», declamava uno che teneva in mano libri di Heinrich Mann e Erich Kästner; «Contro il giornalismo antinazionale, di impronta democratico-giudaica», strillava un altro all'indirizzo di autori come Georg Bernhard e Theodor Wolff..... A un tratto i ragazzotti si fecero da parte per far posto a un ometto esile, Josef Goebbels, il ministro della propaganda in persona, appena sbarcato da un'auto sopraggiunta a gran carriera. Era lui adesso a strillare sulla folla, con la voce che minacciava di rovesciarsi in falsetto: «Getto alle fiamme i libri degli ebrei e degli istigatori del popolo, di Heine, Brecht e Feuchtwanger, di Thomas e Heinrich Mann...», finché la sua voce non fu sopraffatta dalle urla della massa inneggiante....
Il rito si avvicinava alla conclusione. La banda taceva, anche il crepitìo delle fiamme s'era attenuato. Dai quattro lati della piazza vennero avanti carri dei pompieri. Scesero tirandosi dietro i tubi degli idranti, per spegnere gli ultimi bagliori".

A ricordo del tragico evento, il 10 maggio 2003, la scrittrce tedesca disse:
....."Col senno del poi, mi sembra che la sciagura inimmaginabile che il «Reich millenario» portò con sé ebbe il suo inizio quel 10 maggio 1933".

Aveva ragione Heinrich Heine. «E' stato solo un preludio», scrisse l'allora ventenne, commentando il rogo di libri inscenato nel 1817 alla Wartburg dagli studenti delle corporazioni patriottiche, decisi a eliminare scritti a loro avviso estranei alla «cultura germanica».
Heine aveva aggiunto: "Dort wo man Bücher verbrennt, verbrennt man auch am Ende Menschen".
«Là, dove si bruciano i libri, si finisce col bruciare anche gli uomini».

I nazisti, col loro delirio razzista, realizzeranno, ahimè, la triste profezia di Heinrich Heine.

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