Monday, July 16, 2012

Parigi, 16-17 luglio 1942
Erano le quattro di mattina quando iniziò quella che viene comunemente chiamata  la Rafle du Vélodrome d'Hiver, ma si chiama anche e più propriamente La Retata della Vergogna. E' infatti uno degli episodi più aberranti del governo di Vichj.
Il dossier Tulard, dal nome di colui che lo ha redatto, contiene nomi e indirizzi e professione di tutti gli ebrei presenti sul territorio francese.
La milizia francese guidata dal prefetto di polizia Rene' Bousquet porterà a termine questa drammatica operazione con tale zelo da stupire persino le milizie tedesche.
Sulle gradinate del Velodromo d'inverno, con porte e finestre sbarrate, in un caldo soffocante, con pochissima acqua, pochissimi viveri, senza assistenza sanitaria, con servizi igienici che si intasarono in brevissimo tempo, ovunque sporcizia, escrementi, sangue.... bambini che piangevano, mamme che si disperavano, uomini e donne che perdevano il senno, il 16 e 17 luglio furono ammassate come animali al macello:
12884 persone
uomini 3031
donne 5802
bambini 4051
In breve tempo avverrà lo smistamento.
Ultima stazione: Auschwitz
Sopravvivono 811 adulti, nessun bambino

Ci racconta quell'orrore un testimone. Il suo nome è  Georges Wellers"Nulla era preparato per accogliere migliaia di persone parcheggiate sulle gradinate, quasi senza cibo, con l' acqua razionata. I servizi igienici s' erano subito intasati. Il personale medico consisteva in alcune infermiere della Croce Rossa. Le grida delle madri e i pianti dei bambini erano assordanti. Ho visto gente che impazziva, qualcuno ha tentato il suicidio. Sapevamo tutti che quella prigionia era l' anticamera della morte. Sono sopravvissuto a quell' esperienza, poi ai lager, non so come ho fatto".

Ecco il ricordo di Le' on Fellmann  uno dei pochissimi che e' riuscito a fuggire dal Velodromo. Il 16 luglio del 1942 aveva 17 anni. "E' stata mia madre a farmi scappare. Mi ha scucito la stella gialla che avevo sulla giacca e mi ha spinto verso l' uscita. Un poliziotto mi voleva bloccare. Gli ho dato un potente calcio negli stinchi e mi sono messo a correre, all' epoca ero campione di velocita' . Mi sono nascosto, per molto tempo. Mia madre e' stata mandata a Beaune.la.Rolande. Il 5 agosto e' partita per Auschwitz in un convoglio blindato, il numero 15. Nella camera a gas l' hanno messa il 10 agosto. Aveva solo 36 anni. Non mi ricordo se le ho dato un bacio prima di scappare dal Ve' lodrome d' Hiver".

In quell'inferno molti bambini furono separati dai genitori, molti si smarrirono e finirono soli. Ci ricorda il dolore inconsolabile dei poveri bambini del Velodromo d'inverno la giovane Denise Holstein numero tatuato A 16727 che ritorna da quell'inferno e formula la sua promessa intitolandola:
"Non vi dimenticherò mai bambini miei di Auschwitz"

 Ed è in ricordo di quei bambini che oggi da Le mémorial des enfants juifs déportés de France di Serge Klarsfeld pagina 471 prendo la foto della piccola Francine Beirach  Aveva quattro anni e mezzo. Catturata durante la Rafle du Vel' d'Hiv' con i suoi genitori, non figura però nella Transportliste, insieme a mamma e papà del convoglio n°15 del 5 agosto 1942. Di lei nessuna traccia. Può essere che faccia parte di quei bambini piccoli, tanto piccoli da non ricordare il proprio nome, nè quanti anni avevano, saranno dei bambini completamente smarriti che verranno deportati senza mamma, senza papà, senza identità. Di loro si perderanno le tracce. A noi il cuore di ricordarli.
Nessuno dei 4051 bambini della Rafle du Vel' d'Hiv' ritornerà.
Ecco uno di loro.
La piccola Francine...

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