Monday, July 19, 2010

19 luglio 1943, Roma...
Era lunedì il 19 luglio 1943
.
Forse mai come in quel giorno l'Italia ha capito la portata del dramma della guerra che si stava combattendo.
Mussolini incontrò Hitler e gli prospettò la ritirata dell'Italia da quel "patto" che tanto male ci procurò.... La reazione di Hitler fu violenta....
Intanto le truppe americane continuarono nel loro percoso di risalita lungo la penisola e fecero "assaggiare" il dolore delle bombe alla città eterna.
Nessuno pensava che Roma sarebbe stata toccata. Tutti credevano che sarebbero bastate le mani per papa Pio XII a proteggerla!!!
Invece 1000 tonnellate di bombe verranno scaricate sul Quartiere San Lorenzo e semineranno morte e ferite che non si rimargineranno più. Non basteranno nè la visita del papa e tantomeno quella del re a lenire il dolore.
Ma a racconterare quel lunedì 19 luglio 1943 riporto le parole dal bellissimo libro
NOI editore Rizzoli di Walter Veltroni.
Lo lascio raccontare dagli occhi di Giovanni...
...." Le bombe si sentivano nitidamente, precedute da un fischio terribile. Giovanni pensò ai suoi. Gli scoppi sembravano vicini. La zia diceva: "Stanno bombardando la stazione". Se era così, dovevano essere tutti in salvo....... Ma se invece fosse stato un bombardamento a tappeto? Se gli americani avessero deciso di radere al suolo Mussolini e Palazzo Venezia? Carla urlava che gli americani avevao avvertito, la notte prima avevano lanciato dei volantini per dire ai cittadini di andare via, ma i fascisti li avevano fatti sparire. Le bombe cadevano come neve, un fiocco dopo l'altro.....
Giovanni pensò a Mario, al suo amico Mario. Lo pensava là sotto, lo immaginava morto..... Decise che non poteva lasciare Mario solo..... Prese la bicicletta che era tutta bianca di farina.Osservò il pacco dissolto a terra.....
Percorse a perdifiato i viali del parco della piazza, poi si diresse verso via Principe Amedeo. Sembrava che ci fosse come un muro in cielo che aveva risparmiato proprio la piazza e i portici. Ma quando arrivò a via Principe Amedeo all'angolo di via Mamiani vide la guerra in volto.
Ed era un volto orrendo, anzi un volto che non c'era più. Un soldato era di guardia, a un edificio di Stato. Una scheggia aveva tagliato via la parte superiore della garitta e con essa la testa del soldato. Ma il corpo era rimasto in piedi, immobile nel casotto distrutto. Le mani del soldato erano innaturalmente serrate sul fucile, esposto come fosse un presentat'arm. La testa era finita sull'insegna di un negozio di abiti da sposa. Un bambino la guardava fisso.... Era perduto, solo. Era immobile, con le manine nelle tasche. Dalla sua bocca usciva un urlo agghiacciante, una sola nota, fissa, continua, che non finiva mai.
...............
tratto dal libro NOI di Walter Veltroni Rizzoli Editore pag. 56, 57

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