Sunday, November 29, 2009

Zug der Erinnerung.... così si chiama un progetto in Germania: un treno che da anni ripercorre le varie stazioni delle varie città tedesche dove durante il nazismo furono caricati esseri umani trattati come "pezzi".E nelle stazioni quel treno fa sosta e all'interno dei vagoni sono allestite mostre e si tengono conferenze, dibattiti, si raccolgono testimonianze, si rivive il dolore... e questo per ricordare... che questo è stato


29 novembre 1944. Il treno partito da Birkenau arriva al Lager di Neuengamme. Scendono I 20 bambini. Fra loro Sergio de Simone, un bambino italiano. E' il suo compleanno!

Sergio nasce a Napoli il 29 novembre 1937. È il sole per mamma Gisella, che a casa suocera e parenti del marito chiamano “l’ebrea”. Con le leggi razziali e poi la guerra che costringe a partire il marito Edoardo, capitano, Gisella decide di tornare nella sua casa natale a Fiume. Qui la vita sembra serena, Sergio gioca con Andra e Tatiana, le amate cuginette, ci sono gli zii, c’è nonna Rosa. Ma lo spettro della persecuzione razziale avanza con la sua ombra nera. La paura è nell’aria, niente asilo per i bambini, niente scuola pubblica per gli ebrei, niente lavoro, niente di niente! Poi bruciano la sinagoga lasciando nell’aria un odore acre di morte, poi la delazione, poi l’uomo “con il cappotto nero lungo” e nonna Rosa che supplica, che piange. A nulla servono le lacrime, tutta la famiglia Farberow Perlow Bucci De Simone viene strappata dalla casa. Andra e Tatiana hanno avuto la varicella, sono convalescenti, Andra ha ancora la febbre. Per lei, per tutti, c’è la Risiera di San Sabba e poi il convoglio 25T con destinazione Auschwitz, è il 29 marzo1944. È la notte del 4 aprile quando vengono scaricati sulla rampa di Auschwitz-Birkenau. Qui comincia la selezione, nonna Rosa viene mandata subito a destra, caricata su un camion e spedita al gas. Mamma Mira con le bimbe Andra e Tatiana vanno a piedi a Birkenau, con loro zia Gisella e l’adorato Sergio. Vengono tutti tatuati. Mira si fa avanti per prima… da quel momento sarà il numero 76482, Andra il 76483, Tatiana il 76484. Anche zia Gisella diventerà un numero, il 76516, Sergio sarà 179614. Sergio e le cugine la stessa notte furono separati dalle loro mamme e spediti nella baracca dei bambini, la baracca 11. Il nome di Sergio appare in un raro referto medico, uno dei pochi documenti che non sia stato distrutto (le SS, infatti, prima di abbandonare il campo di sterminio il 17 gennaio 1945, bruciarono tutte le prove che attestavano quanto successo ad Auschwitz-Birkenau).
Il documento è datato 14 maggio 1944, e riferisce di una visita alla gola fatta a Sergio… È firmato dal dottor Mengele… Si tratta di un importantissimo documento perché conferma la presenza dei “bambini di Bullenhuser Damm” nel campo di Birkenau. Da quell’inferno Gisella tornò, tornò anche la sorella Mira, tornarono anche le bimbe Andra e Tatiana… Sergio no, lui non tornò, fu sopraffatto dall’inganno dell’uomo nero che gli fece tanto, tanto male. Ma per mamma Gisella Sergio non era morto. “È tanto bello – diceva – nessuno oserà fare del male a un bambino così bello.”
Resterà per sempre in un giardino di rose bianche nella scuola-museo di Bullenhuser Damm. Sergio de Simone è uno dei 20 bambini.

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