Friday, December 29, 2006

Natale di guerra
La porta della memoria ricorda i Natale di guerra.
Mary Berg nel suo Diario del Ghetto di Varsavia ci racconta:

27 dicembre 1939

La settimana scorsa abbiamo ricevuto una lettera dal console americano, che convocava mia madre a Varsavia. Il postino che ce l'ha portata non ha saputo nasconderci la sua invidia per il fatto che abbiamo dei parenti in America. Sono partita per Varsavia prima di mia madre, grazie ad un amico "ariano", marito di una nostra amica, che mi ha condotto con sè, facendomi passare, a rischio della vita, per sua figlia. Abito ora con lui; per Natale egli ha anche condotto qui da Lòdz mia sorella. Passiamo quasi interamente le giornate in casa, azzardandoci a uscire solo la sera, per fare brevi passeggiate davanti all'ambasciata americana, nella cui ombra ci sentiamo in qualche modo più sicure.

24 dicembre 1940

Il nostro secondo Natale di guerra. Dalla mia finestra che si affaccia sulla "parte ariana" vedo accendersi gli alberi natalizi. Anche nel ghetto stamattina si vendevano piccoli abeti introdotti ieri di contrabbando, a prezzi altissimi. Alcuni correvano rabbrividendo verso casa con gli alberelli stretti al petto: erano ebrei convertiti o cristiani della prima generazione che i nazisti considerano ebrei e che hanno confinato nel ghetto.

24 dicembre 1941
Oggi tutti, sul lato ariano, portano i loro abiti migliori. Ho perfino l'impressione di fiutare cibi squisiti. E' la vigilia di Natale. Appena sei mesi fa si diceva che la guerra sarebbe finita per Natale e che l'11 novembre - data dell'Armistizio - le truppe alleate sarebbero entrate a Varsavia.
....
I nazisti hanno diramato in questi giorni l'ordine che entro il 1° gennaio 1942 - che bel regalo di Capodanno! - gli abitanti del ghetto dovranno consegnare tutte le loro pellicce: mantelli, colli, manicotti e anche gli avanzi di pelliccia....
La pena contemplata per chi nasconde anche un semplice pezzettino di pelliccia è la morte. Ci minacciano di morte per tanti motivi....

26 dicembre 1942
Si direbbe che la nostra partenza sia davvero imminente. I nazisti fanno grandi sforzi per impressionarci favorevolmente. La vigilia di Natale tutte le stanze degli internati, perfino quelle occupate dagli ebrei, sono state pulite. Il giorno di Natale abbiamo avuto un pasto eccezionalmente buono, composto da una densa zuppa di piselli, una porzione di crauti, patate e due libbre di pane.
Alle nove di sera, il commissario Nikolaus, accompagnato dai suoi aiutanti Jopke e Fleck e da tre SS in uniforme, è entrato nella nostra stanza... ci ha assicurato che saremmo partiti al più presto.
Stamattina abbiamo ricevuto la visita del boia Buerkel, indossava l'uniforme di gala e non aveva in mano il frustino. Avendo bevuto una buona dose di alcool, era di umore molto allegro. Avvicinandosi al vecchio Rabbi R., l'ha preso per mano e, scosso da un riso sguaiato, gli ha augurato un buon Natale. "Anche noi tedeschi sappiamo essere gentili", ci ha gridato con scherno uscendo con passo malfermo dalla nostra stanza.

26 dicembre 1943
Questa volta ce la siamo cavata con un grande spavento...
Quest'anno la nostra festa di Hanukkà coincide con il Natale, e molti ebrei e ariani hanno visto in questo fatto un simbolo...
Forse le nostre sofferenze comuni e le persecuzioni sradicheranno infine il cieco odio di razza?

Natale 1944
E' l'ultimo Natale di guerra. Mary Berg è partita in marzo con la nave che la porterà a New York, verso la libertà meritata. Ma in Europa c'è ancora guerra. Nei lager si consuma il dramma dello sterminio... A Neuengamme sono arrivati il 29 novembre da Birkenau 20 bambini. Sono nella Baracca 4a. Aspettano, per loro non ci saranno dolci sorprese, doni e balocchi.
Arriverà il carnefice che avrà il coraggio di usarli come cavie...
....
Ma i prigionieri del lager di Neuengamme improcvvisano una festa per i 20 bambini, uno si vestirà anche da Babbo Natale, un altro, rischiando, sottrarrà dalla cucina del lager il necessario per un dolcetto... il resto lo avranno fatto i baci e le carezze dei prigionieri. Soprattutto due medici francesi e due infermieri olandesi sono rimasti sempre vicini ai 20 innocenti e li avranno sicuramente consolati fino alla fine.
E' l'ultimo Natale di guerra.
L'ultimo Natale dei 20 bambini di Bullenhuser Damm.