Thursday, October 21, 2010

21 ottobre
Era il 21 ottobre 1901 quando nacque a Postdam Margarete Buber Neumann... dimostrò fin da giovane una forte passione politica. Aveva venti anni quando si iscrisse al Kommunistischen Jugendverband Deutschlands L'Unione comunista giovanile tedesca. Successivamente si iscrisse al Partito comunista
... Durò poco tempo e non fu felice il matrimonio con Rafael Buber figlio del famoso filosofo ebreo Martin Buber. In seconde nozze sposerà Heinz Neumann, importante esponente del partito comunista.
Quando nel 1933 Hitler andò al potere Heinz Neumann fu perseguitato e costretto all'esilio, poi sarà condannato a morte e Margarete sarà internata dai sovietici nel 1938 in un gulag in quanto moglie di un soggetto pericoloso... Nel 1940 sarà rimandata in Germania dove subito verrà deportata nel Lager di Ravensbrück... qui conoscerà Milena Jesenska, l'amica di Kafka...
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Sopravvive Margarete al Lager e scriverà un libro, documento della sua odissea:
Als Gefangene bei Stalin und Hitler Prigioniera di Stalin e di Hitler Il Mulino Bologna 2005

Sunday, October 17, 2010

16 ottobre 1943 la deportazione degli ebrei del Ghetto di Roma

"Quel 16 ottobre -racconta uno degli scampati alla deportazione- era un sabato, giorno di riposo per gli ebrei osservanti. E nel Ghetto i più lo erano. Inoltre era il terzo giorno della festa delle Capanne. Un sabato speciale, quasi una festa doppia... La grande razzia cominciò attorno alle 5.30. Vi presero parte un centinaio di quei 365 uomini che erano il totale delle forze impiegate per la "Judenoperation". L'antico quartiere ebraico fu l'epicentro di tutta l'operazione... Le SS entrarono di casa in casa arrestando intere famiglie in gran parte sorprese ancora nel sonno... Tutte le persone prelevate vennero raccolte provvisoriamente in uno spiazzo che si trova poco più in là del Portico d'Ottavia attorno ai resti del Teatro di Marcello. La maggior parte degli arrestati erano adulti, molti i vecchi, molte le donne, i ragazzi, i fanciulli. Non venne fatta nessuna eccezione, né per persone malate o impedite, né per le donne in stato interessante, né per quelle che avevano ancora i bambini al seno...".
"I tedeschi bussarono, poi non avendo ricevuto risposta sfondarono le porte. Dietro le quali, impietriti come se posassero per il più spaventosamente surreale dei gruppi di famiglia, stavano in esterrefatta attesa gli abitatori, con gli occhi da ipnotizzati e il cuore fermo in gola", ricorda Giacomo Debenedetti.
"Fummo ammassati davanti a S. Angelo in Pescheria: I camion grigi arrivavano, i tedeschi caricavano a spintoni o col calcio del fucile uomini, donne, bambini ... e anche vecchi e malati, e ripartivano. Quando toccò a noi mi accorsi che il camion imboccava il Lungotevere in direzione di Regina Coeli... Ma il camion andò avanti fino al Collegio Militare. Ci portarono in una grande aula: restammo lì per molte ore. Che cosa mi passava per la testa in quei momenti non riesco a ricordarlo con precisione; che cosa pensassero i miei compagni di sventura emergeva dalle loro confuse domande, spiegazioni, preghiere. Ci avrebbero portato a lavorare? E dove? Ci avrebbero internato in un campo di concentramento? "Campo di concentramento" allora non aveva il significato terribile che ha oggi. Era un posto dove ti portavano ad aspettare la fine della guerra; dove probabilmente avremmo sofferto freddo e fame, ma niente ci preparava a quello che sarebbe stato il Lager", ha scritto Settimia Spizzichino nel suo libro "Gli anni rubati".
Per la prima volta Roma era testimone di un'operazione di massa così violenta. Tra coloro che assistettero sgomenti ci fu una donna che piangendo si mise a pregare e ripeteva sommessamente: "povera carne innocente". Nessun quartiere della città fu risparmiato: il maggior numero di arresti si ebbe a Trastevere, Testaccio e Monteverde. Alcuni si salvarono per caso, molti scamparono alla razzia nascondendosi nelle case di vicini, di amici o trovando rifugio in case religiose, come gli ambienti attigui a S. Bartolomeo all'Isola Tiberina. Alle 14 la grande razzia era terminata. Tutti erano stati rinchiusi nel collegio Militare di via della Lungara, a pochi passi da qui. Le oltre 30 ore trascorse al Collegio Militare prima del trasferimento alla Stazione Tiburtina furono di grande sofferenza, anche perché gli arrestati non avevano ricevuto cibo. Tra di loro c'erano 207 bambini.
Due giorni dopo, lunedì 18 ottobre, i prigionieri vengono caricati su un convoglio composto da 18 carri bestiame in partenza dalla Stazione Tiburtina.
Il 22 ottobre il treno arriva ad Auschwitz.
Dei 1024 ebrei catturati il 16 ottobre ne sono tornati solo 16, di cui una sola donna Settimia Spizzichino.
Nessuno dei 207 bambini è sopravvissuto.

Friday, October 01, 2010

1 ottobre
La portadellamemoria apre per far conoscere un incontro speciale. E' opera dell'Associazione Culturale Il Fiume, di cui fanno parte veri "innamorati della Memoria".
Il titolo di questo incontro che si svolgerà a Stienta (Rovigo) all'Auditorium Jubilaeum 2000 lunedì 4 ottobre alle ore 18 è:
"MEMORIE" (cliccandoci sopra conoscerete i nomi dei relatori)
29 settembre 2010
Ho cercato nei notiziari di questa giornata tanto annunciata nell'attualità italiana, attesa come fosse dovuto avvenire un "evento" storico... ho aspettato sperando che in un angolino magari riposto si trovasse tempo, fiato, cuore per "ricordare"...
Non ho trovato nessun ricordo, forse mi sarà sfuggito?! Ho deciso di riprendere quello che già scrissi, e tornerò a riproporlo. Conto sulla carezza di chi legge.
Parto con la foto, questa terribile foto che da sola ci basta a lacerarci...

Siamo a Babi-Yar.
E' il 29 settembre 1941.
E' Yom Kippur.
Torna la portadellamemoria a ricordare Babi-Yar... Quasi invidio chi non conosce questo fatto, vorrei non sapere, davvero vorrei che almeno questo massacro mi fosse non conosciuto. Invece so quasi tutto e da moltissimi anni. Ne ho seguito gli eventi nei vari anniversari.Vi racconto solo alcune notizie senza entrare nei dettagli, sarebbe davvero troppo doloroso. Era Yom Kippur, il giorno più sacro di tutto l'anno per gli ebrei e allora, ecco che il carnefice sceglie proprio quel giorno per fare ancora più male, per profanare il corpo e l'anima... Gli Einsatzkommando 4a, agli ordini del colonnello delle SS Paul Blobel e con l'aiuto della polizia ucraina... Sappiamo come avvenne dalla testimonianza dell'autiere Hoefer: "Solo due tiratori per le fucilazioni. Uno a un capo e uno all'altro capo del burrone. Le persone dovevano coricarsi sui cadaveri e il tiratore sparava. Tutto avveniva in modo quasi ordinato.Un massacro pianificato". Il burrone di Babi-Yar riempito di cadaveri di innocenti, uomini, donne e bambini. E' il massacro degli abitanti ebrei di Kiev, la più antica città della Russia. Tutti gli ebrei di Kiev, uomini, donne, bambini... tutti verranno ammassati e uccisi in modo sommario e gettati nel dirupo di Babi-Yar. La carneficina durerà fino al 3 ottobre. Un colpo alla nuca e i corpi cadono uno sull'altro, alcuni muoino subito, altri moriranno...Mai sapremo quanti siano stati gli ebrei assassinati a Babi-Yar.Si dice siano stati 100.000 E saranno dimenticati per lunghissimi anni. E qui entra in gioco la poesia, sì, la poesia. Sarà un giovane poeta russo Evgenij Evtushenkoche che nel 1961 racconterà in versi quella terrificante tragedia di Babi-Yar. Questo il grido disperato del poeta:
«Mi sembra d' essere io un figlio di Israele...
Mi sembra di essere io Dreyfus....
Mi sembra di essere io un bimbo di Bialystok...
Mi sembra di essere io Anne Frank...
Io sono ogni vecchio che qui è stato ucciso...
Io sono ogni bambino che qui è stato ucciso”»
E pensare che secondo la tradizione hassidica la preghiera più ascoltata, quella che sa farsi aprire le porte del Signore, è la preghiera recitata nel giorno dell'anno più santo. Solo la preghiera a Yom Kippur arriva a D-o. E allora perchè non si è squarciato il cielo... perchè non sono state ascoltate le suppliche, le urla laceranti degli uomini, delle donne, dei bambini a Babi-Yar

Perchè???