Tuesday, July 21, 2009

16 luglio 1943
Il ricordo ci porta a Sobibor.
Non andrò a farvi la storia di questo Lager di sterminio, non è questo quello che la porta della memoria vuole ricordare oggi... ci sarà un altro momento per una sintesi sui primi tre dei sei Vernichtungslager aperti dai nazifascisti in Polonia. I primi tre di cui Sobibor fa parte rientrano in quella che si chiama Aktion Reinhardt...
Oggi voglio ricordarmi di una giovane donna dal viso d'angelo! Sono riuscita ad avere il suo Diario in italiano, l'ho aspettato dal giorno in cui avevo saputo era uscito in olandese. Sento il profumo di queste pagine dense di dolore e di Amore, sento il battito del cuore di questa giovane perdutamente innamorata....
Non voglio tediare chi leggerà con notizie della sua breve vita, nè con dettagli sulla vicenda del suo Diario. Lascio a chi legge il compito di andare a cercare. Io vi regalo solo qualche frase dal suo Diario e la sua stupenda, indimenticabile foto.

Ecco, si chiama Helga Deen, nasce a Stettino il 6 aprile 1925, muore nel campo di sterminio di Sobibor il 16 luglio 1943.


Dal suo Diario:

Tutto è così terribile. Quelle urla isteriche, quella poca disciplina. Tutto quel rumore me lo lascio scivolare sopra il più possibile

Oggi siamo stati "spidocchiati" e non possiamo uscire dalla baracca
....
Ho pensato a ieri notte, quando eravamo felici, distesi l'uno vicino all'altra, e guardavamo il cielo ...
Che condizioni spaventose ci sono qui. Sono distrutta, ma voglio andare avanti ... giorno per giorno vediamo la libertà al di là dei fili spinati
Se da qui guardo fuori vedo betulle, abeti, il cielo azzurro con delle nuvole bianche
E poi il 2 luglio, l'ultimo pensiero:
Oggi è passato un mese (nota: dalla prima reclusione a Vught), che anniversario! ... È annunciato un nuovo trasferimento e ora tocca a noi. Poi, rivolgendosi evidentemente all'amato: Il Diario riuscirai ad averlo ... non ho più paura, non ci sono più sorprese spaventose, l'impossibile è diventato possibile

Non dimenticarmi....

Wednesday, July 15, 2009


10 luglio 1941
La porta della memoria torna a ricordare il "massacro di Jedwabne", cittadina polacca di duemila abitanti che si trova a 100 km a nord-est di Varsavia.
Era il 10 luglio del 1941.
1600 ebrei polaccgi furono trucidati da cristiani polacchi sotto gli occhi dei nazisti tedeschi che erano arrivati in paese 17 giorni prima. Un eccidio spaventoso, consumato con crudeltà inaudita, portato a termine senza una lacrima e senza un rimorso.
La verità rimarrà sepolta nelle coscienze per oltre 50 anni, verrà infatti addossata la colpa ai nazisti tedeschi. Ed è questo che ci deve far riflettere, è questo il vero motivo che mi spinge a riaprire questa ferita mai suturata, è l'antisemitismo feroce dei polacchi che mi sconvolge.
La crudezza dei dettagli del massacro è davvero sconvolgente, il fatto che un paese abbia contribuito, che non si sia opposto nessuno, che abbiano braccato i poveri uomini, donne, vecchi, bambini... che li abbiano fatti a pezzi, rinchiusi in un granaio e bruciati vivi, che non si siano fermati davanti a niente e a nessuno... questo mette paura.
Verrano risparmiati al pogrom dalla bontà della famiglia polacca Wyrzykowski sette ebrei.
7 su 1600

I Wyrzykowski non ebbero vita facile in Polonia, la loro bontà sarà un forte capo d'accusa contro i "carnefici della porta accanto".

I corpi degli ebrei massacrati che erano stati buttati in una fossa comune sono stati riesumati nel maggio 2001.

Consiglio agli "innamorati della Memoria" il testo di Jan T. Gross.