Sunday, January 31, 2010

Era il 30 gennaio 1944
Dal sito http://www.binario21.org/ riporto questa tragica cronaca di viaggio verso l'Inferno...
Il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano una umanità dolente, composta di cittadini italiani di religione ebraica di ogni età e condizione sociale, veniva caricata tra urla, percosse e latrati di cani su vagoni bestiame. All’alba di una livida domenica invernale più di 600 persone avevano attraversato la città svuotata partendo dal carcere di San Vittore su camion telati e avevano raggiunto i sotterranei della Stazione Centrale con accesso da via Ferrante Aporti. Tutti loro, braccati, incarcerati, detenuti per la sola colpa di esser nati ebrei partivano per ignota destinazione. Fu un viaggio di 7 giorni passati tra sofferenza e ansia.
I bambini da 1 a 14 anni erano più di 40, tra di loro Sissel Vogelmann di 8 anni e Liliana Segre di 13. La signora Esmeralda Dina di 88 anni era la più anziana. All’arrivo ad Auschwitz la successiva domenica 6 febbraio circa 500 fra loro vennero selezionati per la morte e furono gasati e bruciati dopo poche ore dall’arrivo.
Dal binario 21 era già partito un convoglio con quasi 250 deportati il 6 dicembre del 1943, ne sarebbero partiti altri fino a maggio del 1944.
Ecco una bellissima fotografia della piccola Sissel

Friday, January 29, 2010

La settimana della Memoria.

A Verona in Piazza Bra, con l'Arena alle spalle, c'è un carro ferroviario di epoca nazifascista e all'interno la Mostra di Tavole Fotografiche dal titolo Chi vuole vedere la mamma... I 20 bambini di Bullenhuser Damm.
Tantissime le persone in visita, tantissimi giovani, mamme con bambini, tantissimi alunni e studenti con gli insegnanti in visita guidata.






Sunday, January 24, 2010

LA GIORNATA DELLA MEMORIA

Monday, January 18, 2010

Neuengamme, gennaio 1945

... cominciano gli esperimenti medici. I 20 bambini sono nella baracca 4a. Il carnefice prepara i suoi attrezzi di morte, farà fare un taglio a x sotto alla ascella destra, poi sotto a quella sinistra dei 20 bambini e con una spatola immette bacilli tubercolotici vivi.
Ha scelto 20 bambini sani, li ha sottoposti a controlli per verificare che non avessere malattie in atto... li ha tenuti al caldo nella baracca allestita e supervisionata da tre medici nazisti consenzienti... poi, verificando l'ottimo stato di salute decide che sono pronti per ammalarsi e procura a tutti la tubercolosi. Li fa ammalare e sta a guardare....

C'è di che impazzire di dolore In loro ricordo oggi arrivano rose bianche dai ragazzi della scuola media di Costamasnaga in provincia di Lecco e una toccante recensione di Giorgia Greco del libro Chi vuole vedere la mamma... I 20 bambini di Bullenhuser Damm Proedi Editore che si può leggere qui: http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=&sez=80&id=32925
Rose bianche e parole dolci sono tenere carezze

Friday, January 15, 2010


Ho dimenticato il piccolo Edo Ho dimenticato di ricordarlo il giorno in cui era nato: era il 1°gennaio 1933. Edo Hornemann e il fratellino Lexje, eccoli in una splendida foto ricordo
La famiglia Hornemann viveva in Olanda, a Eindhoven… “Mia sorella Elisabeth, che chiamavamo Bep, e Flip, suo marito – racconta Ans, la zia di Edo e Lexje – lavoravano alla Philips. Vivevano al 29 di Staringstraat, all’angolo vicino al macellaio… Edo era molto intelligente, si faceva molte domande sulla vita e ne parlava con me… Lexje era l’opposto di suo fratello, era molto spassoso… La signora Demaureux, che abitava nella loro stessa strada non dimenticò mai la gentilezza di Edo, che un giorno le chiese se poteva raccogliere dei fiori dal suo giardino… Edo da grande voleva fare il medico… Lexje il cuoco. Un giorno ricevette in dono un cappello da cuoco e con un grosso cucchiaio in mano prese ad andare in giro chiedendo ‘Cosa volete mangiare?’. Lexje era sempre felice, era orgoglioso persino della stella di Davide che era costretto a portare appuntata sul petto… Ma le paure assalirono anche lui, infatti riprese a bagnare il letto di notte… La persecuzione razziale si faceva sempre più violenta; il 25 agosto 1942 alla famiglia Hornemann fu espropriata la casa… In fretta si dovettero cercare un’abitazione; intanto correva voce che gli ebrei sarebbero stati tutti deportati nei campi di concentramento.
Il 18 agosto 1943 le SS entrarono nella fabbrica della Philips a Eindhoven e ordinarono: ‘Tutti gli ebrei devono salire sul camion!’... La notizia raggiunse le vie della città, molte mogli accorsero dai loro uomini… Flip disse a Bep di nascondersi, ma lei scelse di seguirlo nel lager di Vught con i bambini!”.
Il 3 giugno 1944 i 400 ebrei della Philips con le mogli e i loro bambini furono caricati su carri bestiame, destinazione: Auschwitz!
Dal testo: Chi vuole vedere la mamma... I 20 bambini di Bullenhuser Damm a cura di Maria Pia Bernicchia Proedi Editore http://www.20bambini.org/
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Sunday, January 10, 2010

10 gennaio 1942, vi porto a Caprino Veronese

Magda Bodner nasce a Caprino Veronese il 10 gennaio 1942. Sul suo atto di nascita c'è scritto: Razza Ebraica
Ecco la storia della sua vita troppo breve: Magda era figlia di Mayer Bodner, un commerciante nato a Krosno, in Polonia, nel 1904; la sua mamma, Rosa Sass, era una sarta nata a Vienna nel 1911.
A seguito delle Leggi di Norimberga del 1935 e delle Leggi antiebraiche promulgate in Italia nel 1938, in Europa imperversava la persecuzione degli ebrei... Mayer e Rosa Bodner furono internati prima nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (Cosenza) poi, nel settembre del 1941, mandati in soggiorno coatto a Pazzon, una frazione di Caprino Veronese nei pressi del Lago di Garda. La coppia fu ben accolta dalla gente e dal parroco don Giobatta Roncari: fu ospitata per due anni in un locale sul retro dell’asilo infantile, vicino alla chiesa del paese. Rosa, che suo malgrado non era ancora riuscita ad avere bambini, era rimasta incinta. Chissà che gioia avrà provato il 10 gennaio 1942 quando venne alla luce la piccola Magda! Purtroppo Rosa non aveva latte per la sua creatura… certo non si trovava quello in polvere e non dimentichiamo che Rosa era ebrea e che i fascisti spiavano le mosse degli abitanti di Pazzon… Ciò nonostante il Bene e l’Amore in questa occasione prevalsero: in quel piccolo paese abitava una donna, una meravigliosa piccola-grande donna che da poco aveva partorito una bimba e la stava allattando; saputo di Magda si offrì di farle da balia. Magda era ancora piccolissima quando le suore l’accolsero all’asilo per proteggerla e per aiutare mamma Rosa che, nel frattempo, aveva trovato un impiego come sarta.
L’8 settembre 1943 fu firmato l’Armistizio e la persecuzione contro gli ebrei si trasformò in razzia. I nazifascisti, sapevano con esattezza quanti ebrei abitavano a Pazzon: avevano i registri, conoscevano il loro nome e la loro età, e il 30 novembre 1943 decisero di catturarli. La balia di Magda corse verso Pazzon per supplicare i soldati, che avevano già caricato tutti gli ebrei su un camion. Li implorò di lasciarle almeno la piccola Magda, ma fu respinta con il mitra... Mamma Rosa la salutò con la mano stringendo al cuore la sua piccola Magda.
Gli ebrei furono portati prima al campo di concentramento di Fossoli, poi, il 5 aprile 1944, deportati ad Auschwitz. Giunsero al campo di sterminio nazista il 10 aprile 1944. Dopo poche ore, Magda fu uccisa nella camera a gas, aveva due anni e tre mesi.
Il ricordo della piccola Magda Bodner rimarrà per sempre a Caprino Veronese, dove la scuola dell’infanzia che l’aveva ospitata, porta il suo nome.
Per anni la piccola Magda non ha avuto un volto, ma finalmente Claudia Pellegrini, la nipote di Lina Merzi Pellegrini, la balia di Magda, ha raccolto“l’eredità” lasciatale dalla nonna e insieme alla foto ha ricostruito questa drammatica vicenda e l’ha consegnata alla “storia”.
Molto toccante il ricordo di Francesco Silvestrelli, compagno d'asilo di Magda:
"Magda era una bimbetta grassottella e paffuta in viso, sempre sorridente con i capelli castani a boccoli. La mattina del 30 novembre 1943 quando vennero a portarla via, indossava il suo solito cappottino verde scuro e sul risvolto teneva appuntata una spilla, una specie di lanternina dorata con tanti vetrini rossi..." (ricordo da L'Arena di Verona di Barbara Bertasi del 26 gennaio 2006)
In ricordo di Magda,
bambina per sempre...