Wednesday, May 31, 2006

Erano gli ultimi giorni di maggio del 1919

Le acque di un canale di Berlino restituirono il cadavere di Rosa Luxembug.
Era ebrea, polacca, pacifista.
Era una "combattente" contro la guerra, come la definì B. Brecht.
Era una donna straordinaria, amante dell'uomo e dei Diritti Umani.
Fu assassinata nel gennaio del 1919 dalla furia violenta che stava lievitando in Germania e che portò alla catastrofe mondiale.

Monday, May 29, 2006

Considerazioni sul discorso di papa Ratzinger pronunciato a Birkenau

E' stato un discorso preparato, scritto e tradotto in varie lingue, quindi pesato e soppesato, non è stato un discorso a braccio al quale si possono concedere sbavature.
Considerazioni personali
Primo: l'analisi storica che papa Ratzinger ha fatto del nazismo è stata assolutamente riduttiva e assolvente. Sembrerebbe essere stato un uso e un abuso del popolo tedesco e non una catastrofe apocalittica alla quale buona parte del popolo tedesco ha aderito e partecipato con totale obbedienza, con scarso spirito critico e con troppo leggero senso di colpa.
Secondo: non ha calcato sufficientemente sulla presenza ebraica fra i milioni di morti. Ha parlato al mattino di 6.000.000 di morti polacchi di cui 3.000.000 erano ebrei. Questo ha detto al mattino, ma ha ripetuto, per ben due volte il nome di Edith Stein e di padre Kolbe tralasciando i milioni di morti senza nome....Nel pomeriggio, all'interno di Birkenau sarebbe stato doveroso il ricordo che lì, a Birkenau, sono stati sterminati soprattutto ebrei, che Birkenau è stato aperto proprio per lo sterminio di massa, per la "soluzione finale del problema ebraico".
All'interno di Birkenau avrei preferito una semplice e chiara lezione di storia a tanti voli di filosofia!!!
Terzo e secondo me, punto di importanza epocale: papa Ratzinger ha perso l'occasione di far vibrare le corde del cuore, avrebbe potuto recitare a Birkenau il salmo 44 in ebraico in memoriam di tutti i bambini ebrei e Rom sterminati lì.
Non so quanti bambini Rom sono stati sterminati a Auschwitz.
So che 220.000 bambini ebrei sono entrati a Auschwitz Birkenau
219.960 sono diventati cenere.
Solo 40 di quei bambini sono tornati.
....Sotto i piedi di chi cammina nel lager di Birkenau si nascondono perle di cenere di vite spezzate.
Janusz Korcszak, credo direbbe, ieri, a Birkenau, non si è sentito abbastanza il cuore!

Sunday, May 28, 2006

" I bambini sono il futuro del mondo"" Una città senza bambini è destinata a perire".
Hitler lo sapeva, per questo aveva ordinato che i bambini venissero mandati tutti al gas.
E allora perchè nella Baracca 11 di Auschwitz Birkenau alla fine del 1944 c'erano più di 300 bambini?.... Il perchè è terribile: il carnefice li userà, abuserà di loro.
.....
I bambini internati ad Auschwitz furono 220.000
I bambini che sono tornati da quell'Inferno sono stati solo 40.
219.960 Piccole Stelle di David dovrebbero spuntare in quel posto maledetto!
219.960 innocenti sono stati sterminati a Auschwitz Birkenau, colpevoli solo di essere nati ebrei.

Saturday, May 27, 2006

Un papa tedesco in Polonia sulle ceneri degli ebrei d'Europa!
Potessi suggerire qualcosa a papa Ratzinger gli direi di scegliere per il suo discorso ufficiale da tenere a Auschwitz un lungo, pesante, tremendo SILENZIO. Lo pregherei di non andare a cercare parole, non ci sono parole di spessore, di portata, di tale grandezza che possano essere pronunciate lì. Gli proporrei di fare "gesti" che rimarrebbero nel tempo come le ferite, a memoria eterna. Gli chiederei di scendere dalla macchina papale e di andare a piedi fino a Birkenau, di andare avanti da solo fino in fondo a quell'Inferno, di arrivare dove ci sono le fosse comuni, di coricarsi a braccia aperte su quel prato troppo verde, e di piangere .... Le sue lacrime varrebbero più di mille encicliche, di parole di circostanza, sarebbero un balsamo sulle ferite dei sopravvissuti, una carezza sul numero tatuato, un soffio sul passato.
Se proprio deve scegliere di parlare allora a papa Ratzinger consiglierei di scegliere l'ebraico. Un papa tedesco in terra polacca che parla la lingua degli ebrei: anche d-o resterebbe confuso!

Tuesday, May 23, 2006

Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti. I 20 bambini di Bullenhuser Damm. Una carezza per la memoria
www.proedieditore.it/20bambini
www.ponteazzurro.org
...e i bambini si sono fatti avanti, sognano l'amore negato, sperano di ritrovare il calore dell'abbraccio della mamma, confidano nella dolce promessa di quelle parole, si affidano al sogno, assaporano i baci, si struggono dal desiderio, pregustano la gioia di quel volo, del tuffo fra quelle braccia tanto sognate. ritrovano per un attimo le gioie rubate... si fidano e... piombano nell'inferno più nero. Li aspettano non le braccia della mamma a far loro da culla, non i baci che consolano, non la ninnananna che scalda e accarezza.....ma mesi di strazi, di febbre, di abbandoni, di interventi chirurgici alle ghiandole linfatiche. Dalla baracca 11 vengono presi 10 maschi e 10 femmine e con la promessa delle "braccia della mamma" i 20 bambini di età compresa fra i 5 e i 12 anni verranno caricati su un camion che li porterà da Birkenau alla stazione di Auschwitz...
Sono I 20 bambini di Bullenhuser Damm!
20 bambini sterminati solo perchè EBREI.
E come loro sono stati sterminati UN MILIONE E CINQUECENTOMILA bambini, SOLO PERCHE' EBREI!
E il presidente dell'Iran dice che non è vero, nega la Shoah.
E il presidente dell'Iran minaccia l'introduzione di nuovi "segni distintivi" per gli ebrei.
E l' Europa?
L' Europa non starà a guardare, voglio sperarlo, come fece il secolo scorso.

Sunday, May 21, 2006

Il "segno distintivo" per gli ebrei. Fu una tremenda violazione dei Diritti Umani.

L'idea infame venne ad un papa, Hitler poi la riprenderà.
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(Splendida e toccante la ribellione di Janusz Korczack che girava nel ghetto di Varsavia rifiutandosi di portare il "segno distintivo". )
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Sotto il pontificato di Innocenzo III la Chiesa impose agli ebrei severe limitazioni.
- nel 1215 il IV Concilio Lateranense sancì per gli ebrei l’obbligo di portare un segno distintivo sugli abiti e il divieto di ricoprire pubblici uffici.
Papa Innocenzo III, dopo aver tentato ripetutamente e sempre inutilmente di convertire gli Ebrei, pensò di isolarli imponendo questo contrassegno (che per le donne era un velo giallo, il contrassegno delle meretrici). Il primo paese cristiano che impose agli Ebrei il "segno giudaico", fu l’Inghilterra (1218). In Italia tale disposizione fu introdotta in momenti diversi, la prima città ad adottarla fu Venezia.
- il 17 giugno 1430 Amedeo VIII di Savoia fa pubblicare "Statuta sabaudiae", in cui largo spazio è riservato al "problema ebraico". Viene fatto obbligo agli ebrei di abitare in luogo separato e obbligo di portare sulla spalla sinistra un contrassegno di panno bianco con raffigurata una ruota bianca e rossa, sembra fosse una moneta...
- il 15 luglio 1555 esce la bolla Cum nimis absurdum emessa dal papa Paolo IV. In essa si dice che "è assurdo e sconveniente al massimo grado che gli ebrei, che per loro colpa sono stati condannati da Dio alla schiavitù eterna, possano, con la scusa di essere protetti dall'amore cristiano e tollerati nella loro coabitazione in mezzo a noi, mostrare tale ingratitudine verso i cristiani da oltraggiarli per la loro misericordia e da pretendere dominio invece di sottomissione". Questi ebrei, si legge ancora, osano "vivere in mezzo ai cristiani" e perfino "nelle vicinanze delle chiese", si vestono come gli altri, senza perciò potersi fare riconoscere, comprano case, ....
La bolla papale impone agli ebrei di abitare in una o più strade, dove non ci sia possibilità di contatto con i cristiani: è l'istituzionalizzazione del ghetto.
Gli uomini sono obbligati a portare un berretto che li distingua; le donne un velo o uno scialle...
Agli ebrei è vietato ogni contatto con i cristiani di lavoro o di amicizia
Agli ebrei è vietato....
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- novembre 1939 il Reich obbliga gli ebrei nella Polonia occupata a portare la stella di David appuntata sul cuore.
- l'obbligo di portare la Stella verrà esteso a tutti gli ebrei nei paesi occupati dal Regime nazi-fascista con decreto del Reich in data 1 settembre 1941.
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- Oggi si minaccia dall'Iran l'introduzione di un nuovo "segno distintivo".
Anche se fosse solo una minaccia, anche se la notizia fosse smentita, ferisce perchè riapre capitoli dolorosi, ripropone scenari funesti, fa sentire a disagio. E' veramente un atto di violenza contro i Diritti Umani.
Ferisce gli ebrei per nascita e gli ebrei per scelta, gli ebrei praticanti e gli ebrei laici. Ferisce gli amici degli ebrei, ferisce chi si sente ebreo dentro! L'ebreo dentro è, secondo un grande rabbì... colui che ha nove strati che ricoprono la pelle del cuore. Ma questa è un'altra storia....

Tuesday, May 16, 2006

16 maggio 2006
Vi porto nel Ghetto di Varsavia.
Era il 16 maggio 1943, dopo quattro settimane di resistenza, la rivolta del ghetto venne soffocata.
Era iniziata la notte del 19 aprile, era la vigilia di Pesach, unità armate di SS, di lettoni, di ucraini e lituani circondarono la zona del ghetto... all'alba carri armati entrarono nel ghetto. Il ghetto venne bombardato, incendiato, raso al suolo..." Gliebrei lottarono eroicamente contro la potente macchina da guerra nazista...non ebbero medaglie per le loro gesta sovrumane. L'unica ricompensa fu la morte fra le fiamme. Sono tutti Soldati Ignoti, Eroi incomparabili".
E' Mary Berg nel suo "Il Diario del ghetto" a riferirci questo ultimo e tremendo capitolo della tremenda storia del Ghetto di Varsavia.

Friday, May 12, 2006

Era il 10 maggio 1933, sull'Opernplatz di Berlino, avvenne il più grande rogo di libri considerati dai nazisti contrari allo «spirito tedesco». Nelle fiamme bruciarono Thomas ed Heinrich Mann, Heine e Brecht.
Riassumo una testimonianza della scrittrice Elfriede Brüning che, allora ventiduenne, assistette al rogo della letteratura «antitedesca»
.......
" Ero andata anch'io sull'Opernplatz di Berlino, non per il gusto del sensazionale, tantomeno con l'entusiasmo dei tanti curiosi intorno a me, venuti per assistere all'orrendo spettacolo. Già da giorni la stampa aveva annunciato che oggi, 10 maggio 1933, ci sarebbe stato un grande rogo di libri. A Berlino la polizia e le SA (Sturmabteilung, la milizia del partito) avevano chiuso preventivamente l'accesso alla piazza di fronte alla Humboldt-Universität. Ma adesso la folla poté oltrepassare i cordoni, spingersi avanti fino alla catasta di legna che si ergeva in un riquadro al centro della piazza, illuminato a giorno .....
...... Una gigantesca croce uncinata decorava la tribuna su cui si susseguivano giovanotti, studenti, tutti in uniforme delle SA. Gettavano nelle fiamme pile di libri, presi da carri che ne portavano sempre di nuovi, pronunciando invettive. «Contro il decadentismo e la corruzione dei costumi», declamava uno che teneva in mano libri di Heinrich Mann e Erich Kästner; «Contro il giornalismo antinazionale, di impronta democratico-giudaica», strillava un altro all'indirizzo di autori come Georg Bernhard e Theodor Wolff..... A un tratto i ragazzotti si fecero da parte per far posto a un ometto esile, Josef Goebbels, il ministro della propaganda in persona, appena sbarcato da un'auto sopraggiunta a gran carriera. Era lui adesso a strillare sulla folla, con la voce che minacciava di rovesciarsi in falsetto: «Getto alle fiamme i libri degli ebrei e degli istigatori del popolo, di Heine, Brecht e Feuchtwanger, di Thomas e Heinrich Mann...», finché la sua voce non fu sopraffatta dalle urla della massa inneggiante....
Il rito si avvicinava alla conclusione. La banda taceva, anche il crepitìo delle fiamme s'era attenuato. Dai quattro lati della piazza vennero avanti carri dei pompieri. Scesero tirandosi dietro i tubi degli idranti, per spegnere gli ultimi bagliori".

A ricordo del tragico evento, il 10 maggio 2003, la scrittrce tedesca disse:
....."Col senno del poi, mi sembra che la sciagura inimmaginabile che il «Reich millenario» portò con sé ebbe il suo inizio quel 10 maggio 1933".

Aveva ragione Heinrich Heine. «E' stato solo un preludio», scrisse l'allora ventenne, commentando il rogo di libri inscenato nel 1817 alla Wartburg dagli studenti delle corporazioni patriottiche, decisi a eliminare scritti a loro avviso estranei alla «cultura germanica».
Heine aveva aggiunto: "Dort wo man Bücher verbrennt, verbrennt man auch am Ende Menschen".
«Là, dove si bruciano i libri, si finisce col bruciare anche gli uomini».

I nazisti, col loro delirio razzista, realizzeranno, ahimè, la triste profezia di Heinrich Heine.

Tuesday, May 09, 2006

9 maggio 2006

La mia città è in lutto. Tutta l'Italia è in lutto. Si celebrano Funerali di Stato.
Voglio sperare che almeno oggi non ci siano polemiche politiche. I morti richiedono silenzio.
Piove a dirotto.
Una voce dentro mi dice: "metti la bandiera!!!" Io oppongo resistenza, trovo scuse, c'è vento, la porta via... poi quella voce che viene da lontano, che sa di radici, quel monito profondo che crede nel significato del Tricolore, quella voce che viene dal cuore... è di mio padre, mi sollecita ad aprire l'angolo dei ricordi più cari, a far uscire dal buio quel pezzo di stoffa Tricolore e, nonostante la pioggia, nonostante il vento isso la bandiera sul mio balcone.
Lo faccio pensando a quel padre, a quel povero vecchio padre che si è coricato sulla bara del figlio.
Quanto dolore.

Monday, May 08, 2006

8 maggio 2006

Il presidente tedesco Richard von Weizsaecker in occasione delle celebrazioni commemorative l' 8 maggio 1985 disse:
"Der 8. Mai, das ist kein Tag zum Feiern, das ist ein Tag zum Nachdenken..."
...
Faccio mie queste parole e tutto il discorso del presidente che vorrei tanto poter proporvi per intero, ma la ricerca dell'articolo del giornale di ventuno anni fa richiederebbe rovistare per ore nella mia montagna di ricordi), meglio che vi riassuma quanto mi è rimasto nel cuore…. Il presidente si rivolge ai suoi cittadini e li invita a riflettere sul valore profondo del giorno 8 maggio, valore che deve acquistare spessore più si allontana nel tempo quel giorno 8 maggio 1945!
Il presidente dice:
"L' 8 maggio non è un giorno per festeggiare, è un giorno per riflettere"....
E aggiunge: dobbiamo guardare la verità in faccia...
Ecco, questo è anche il mio programma:
"Die Wahrheit ins Gesicht schauen..."!
Senza retorica, senza giri di parole, senza se e senza ma... guardiamo le macerie, i rottami umani, guardiamo la catasta di cadaveri, di morti innocenti, guardiamo i milioni di bambini, disperiamoci.... poi facciamo un programma, vestiamolo di "speranza", sventoliamo l'unica vera bandiera che unisce, prendiamola dalle mani di un bambino... si incammina nel ghetto di Varsavia verso il carro bestiame che lo porterà a Treblinka.
La bandiera fondo verde con un quadrifoglio d'oro è un vessillo che parla: ascoltiamo!
Il Girotondo della Mostra "Chi vuole vedere la mamma. I 20 bambini di Bullenhuser Damm. Una carezza per la memoria".

C'è una mostra di immagini che gira gratuitamente nelle scuole di Verona e provincia che ne fanno richiesta. Ha trovato ospitalità degna nella sede della Comunità Ebraica di via Portici. Nuvole di alunni le hanno tenuto calda compagnia nella Biblioteca Civica di S. Lucia, dove ad attenderli c'era la prima, vera custode della memoria dei 20 bambini di Bullenhuser Damm: l'insegnante Maria Pia Priolo! A Bussolengo, poi, per due settimane ha aperto le porte l'Aula Magna dell'Istituto comprensivo locale. Accompagnando all'ospitalità splendide orchidee! Poi via a S. Martino dove il dirigente scolastico ha fatto un allestimento da premio per la finezza, la delicatezza: ai bambini carezze, e un angelo meraviglioso in dono. E la mostra continua il suo giro, andrà a Soave, poi a Verona, poi a Fumane, a Pescantina...
E' una mostra molto semplice, toccante! Parlano i pannelli, sono leggeri, hanno le ali. Raccontano la storia di bambini ai quali è stato strappato tutto, le piccole cose, i giochi, i baci della mamma, le carezze... tutto ha negato a questi poveri 20 angeli il carnefice, li ha sbattuti senza pietà nel carro bestiame, li ha separati dai parenti più cari, ha abusato di loro, li ha usati come cavie per insani esperimenti medici, poi li ha "finiti", disperdendone le ceneri perchè di loro non rimanesse nulla. Erano bambini, erano innocenti bambini ebrei. Ma il carnefice non poteva immaginare che anni dopo "dei certosini restauratori di pezzi di memoria" avrebbero dedicato la vita per tener vivo il ricordo. Ecco l'obiettivo di questa mostra dal dolce titolo che fa pensare ad una ninnananna - "Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti" : - andando a visitarla si contribuisce a rendere un po' meno grave quel terribile inganno, si compensa a quel vuoto d'amore -.


Ai bambini una carezza
per tutte le infanzie rubate
per i legami strappati
per i fiori recisi
per le andate senza ritorno
per i “progetti – uomo” mai realizzati
per tutte le ferite dell’abbandono
per tutto il freddo
per tutta la paura
per tutto l’odio
per tutta la fame
per tutto il non amore…

Per Georges-Andrè, Jacqueline, Edo, Lexie, Marek, Blumele, Rachele, Lea, Sergio, W., Roman, Lelka, Surcis, Ruchla, H., Eduard, Marek, Riwka, Eleonora, Mania e per tutti i bambini che oggi sono in cielo senza che nessuno abbia dato loro almeno una carezza.