Saturday, January 04, 2014
Monday, September 30, 2013
Babi-Yar
Babi-Yar Era il 29-30 settembre 1941.
I tedeschi occuparono Kiev il 19 settembre.
Il 28 settembre vennero affissi per la città manifesti con la seguente dicitura:
"Tutti gli ebrei che vivono a Kiev e nei dintorni sono convocati alle ore 8 di lunedì 29 settembre 1941, all'angolo fra le vie Melnikovskij e Dochturov (vicino al cimitero). Dovranno portare i propri documenti, danaro, valori, vestiti pesanti, biancheria ecc. Tutti gli ebrei non ottemperanti a queste istruzioni e quelli trovati altrove saranno fucilati. Qualsiasi civile che entri negli appartamenti sgomberati per rubare sarà fucilato."
Uomini, donne, bambini si ammassarono presso il cimitero, ubbidendo all'ordine. C'era una confusione incredibile. Tutti pensavano che sarebbero stati caricati sui treni...
Ecco le parole di un soldato che ci descrive così la scena del massacro:
« Non c'era modo di schivare o sfuggire ai colpi brutali e cruenti che cadevano sulle loro teste, schiene e spalle da destra e sinistra. I soldati continuavano a gridare: "Schnell, schnell!" (In fretta! in fretta!) ridendo allegramente, come se stessero guardando un numero da circo; trovavano anche modi di colpire ancora più forte nei punti più vulnerabili: le costole, lo stomaco e l'inguine. »
(A. Kuznetsov)
E l'autista Hoefer ci fa vivere quel dramma con queste parole:
.................
— uomini, donne, bambini — venivano presi in consegna dagli ucraini e condotti in posti diversi dove uno dopo l´altro dovevano deporre, nell´ordine, il bagaglio, i cappotti, le scarpe, i vestiti e anche la biancheria.
Allo stesso modo dovevano deporre in un luogo determinato i loro oggetti di valore.
Per ogni tipo di indumento veniva formato un mucchio apposito.
Tutto procedeva molto velocemente e se uno esitava veniva spronato con calci e percosse...
Qui non si faceva distinzione fra uomini, donne o bambini...
Gli ebrei denudati vennero condotti in un burrone che misurava circa 150 metri in lunghezza, 30 in larghezza ed era profondo 15 metri buoni...
Quando arrivavano sull'orlo del burrone venivano afferrati dai funzionari della Schutzpolizei e deposti sui corpi degli ebrei già fucilati...
...soffiava un forte vento e faceva anche molto freddo
………………
Alla fine del massacro i morti accertati a Babi-Yar furono 33.771
Monday, June 17, 2013
Monday, April 08, 2013
Yom ha Shoah
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Wednesday, February 06, 2013
6 febbraio
Era domenica il 6 febbraio 1944, una livida, fredda domenica. Fece il suo ingresso nel Lager di Auschwitz il treno partito il 30 gennaio da Milano, dal Binario 21 con un carico di uomini, donne, bambini... la destinazione è Auschwitz-Birkenau...
posto da www.binario21.org
Il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano una umanità dolente, composta di cittadini italiani di religione ebraica di ogni età e condizione sociale, veniva caricata tra urla, percosse e latrati di cani su vagoni bestiame.
All’alba di una livida domenica invernale più di 600 persone avevano attraversato la città svuotata partendo dal carcere di San Vittore su camion telati e avevano raggiunto i sotterranei della Stazione Centrale con accesso da via Ferrante Aporti.
Tutti loro, braccati, incarcerati, detenuti per la sola colpa di esser nati ebrei partivano per ignota destinazione. Fu un viaggio di 7 giorni passati tra sofferenza e ansia.
Era domenica il 6 febbraio 1944, una livida, fredda domenica. Fece il suo ingresso nel Lager di Auschwitz il treno partito il 30 gennaio da Milano, dal Binario 21 con un carico di uomini, donne, bambini... la destinazione è Auschwitz-Birkenau...
posto da www.binario21.org
Il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano una umanità dolente, composta di cittadini italiani di religione ebraica di ogni età e condizione sociale, veniva caricata tra urla, percosse e latrati di cani su vagoni bestiame.
All’alba di una livida domenica invernale più di 600 persone avevano attraversato la città svuotata partendo dal carcere di San Vittore su camion telati e avevano raggiunto i sotterranei della Stazione Centrale con accesso da via Ferrante Aporti.
Tutti loro, braccati, incarcerati, detenuti per la sola colpa di esser nati ebrei partivano per ignota destinazione. Fu un viaggio di 7 giorni passati tra sofferenza e ansia.
I bambini da
1 a 14 anni erano più di 40, tra di loro Sissel Vogelmann di 8 anni e Liliana
Segre di
13. La signora
Esmeralda Dina di 88 anni era la più anziana.
All’arrivo ad Auschwitz la successiva domenica 6 febbraio circa 500 fra loro vennero selezionati per la morte e furono gasati e bruciati dopo poche ore dall’arrivo.
All’arrivo ad Auschwitz la successiva domenica 6 febbraio circa 500 fra loro vennero selezionati per la morte e furono gasati e bruciati dopo poche ore dall’arrivo.
Dal binario 21 era già partito un convoglio con quasi
250 deportati il 6 dicembre del 1943, ne sarebbero partiti altri fino a maggio
del 1944
Ecco Sissel da piccola
in Memoria di tutti i bambini della Shoah
Sunday, January 27, 2013
Wednesday, January 23, 2013
Saluto a Luciano Bombarda
Luciano un "Innamorato" della Memoria
Luciano un "Innamorato" della Memoria
Il commiato
[22/01/2013]
Gennaio 2013 Ficarolo
Luciano a Berlino nel Holocaust Mahnmal
Luciano Bombarda è stato accompagnato da una folla di amici nel suo ultimo viaggio, martedì 22 gennaio 2013, dopo una cerimonia civile tenutasi nel Palazzetto dello Sport di Ficarolo.
Luciano Bombarda è stato accompagnato da una folla di amici nel suo ultimo viaggio, martedì 22 gennaio 2013, dopo una cerimonia civile tenutasi nel Palazzetto dello Sport di Ficarolo.
Una cerimonia semplice a cui molti amici hanno partecipato, ma molti altri ancora, sparsi per il mondo, non sono riusciti a salutare Luciano, pur essendo presenti con il cuore e con la mente. Hanno parlato di lui il sindaco di Ficarolo, i Sindaci di Stienta e di Costa Fabrizio Fenzi e Antonio Bombonato, legati a lui dalla condivisione delle ricerche e dell’attività de “Il Fiume”. Il fratello Antonio ha ringraziato chi si è impegnato nelle ricerche dopo la scomparsa e chi ha dato sostegno alla famiglia.
Non si è sottratta al ricordo della personalità di Luciano nemmeno Tiziana Virgili, Presidente della Provincia di Rovigo, vicina a Luciano per le molte iniziative pubbliche condivise e, per finire, il presidente dell’Archivio di Rovigo, Luigi Contegiacomo ne ha tracciato la figura di appassionato e rigoroso ricercatore, seppur senza titoli accademici e investiture ufficiali.
L’accento è stato messo su Luciano e il suo rapporto con la “Shoah”, ma è stato anche citato, forse non abbastanza, il suo contributo alla vita politica e culturale di questa parte di territorio in cui ha portato Don Andrea Gallo, Antonio Ingroia, Vittorio Agnoletto, Giancarlo Caselli, Piero Grasso, Walter Veltroni, Paolo Rumiz, Marco Travaglio, Boris Pahor e tantissimi altri scrittori, storici, giornalisti a presentare i loro lavori. Citarli tutti è difficile e l’ultima, in ordine di tempo è stata Luciana Castellina che, purtroppo, lo ha conosciuto solo attraverso le e-mail che si sono scambiati nel corso di un anno di “corteggiamento”.
Il suo scopo era risvegliare le coscienze distratte e sopite da anni di delusioni e di riflusso, a qualsiasi forma di lotta pacifica contro una società malata di qualunquismo ed egoismo.
Prestando ascolto qua e là, tra i gruppetti, è emerso che ciascuno dei presenti aveva un pezzo del suo Luciano e forse perché diviso in tante parti, tra i suoi amici, sembrava impossibile che potesse essere racchiuso in quella semplice bara coperta dalla bandiera della pace e da un drappo di Emergency.
Le note di “La vita è bella”, hanno chiuso il rito, ma forse la vita è bella per chi, come la maggior parte delle persone, non è così sensibile e si fa corazza di un po’ di egoismo ed ignoranza.
Peccato che Luciano non sia stato così.
postatodal sito dell'Associazione "Il Fiume" http://www.associazioneilfiume.it/
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